Riciclare: riportare nel ciclo di lavorazione o più genericamente riutilizzare materiali di scarto o di rifiuto di precedenti processi produttivi.
In maniera più figurata, l’Enciclopedia Treccani utilizza questo termine anche per indicare l’azione di rimettere in uso qualcosa di vecchio o riproporre qualcosa sotto una veste nuova.
E in ottica 4.0?
In occasione della giornata internazionale del riciclo, ci siamo interrogati su quale significato potesse assumere il termine riciclo nell’Industria 4.0. Proviamo ad immaginare per un momento di trovarci in uno stabilimento industriale: cosa vuol dire riciclare in un contesto di questo tipo?
Le nuove tecnologie producono continuamente macchinari più nuovi e con funzionalità più sofisticate, animando il mercato industriale di competitor accaniti in costante ricerca del prodotto più innovativo. Tuttavia, non sarebbe sostenibile né da un punto di vista economico né ambientale pensare di sostituire un macchinario ogni qual volta che viene rilasciato un modello nuovo, più efficiente o con potenzialità maggiori. La grande maggioranza dei parchi macchine industriali, infatti, è prevalentemente composta da macchinari di 20-30 anni di vita ancora funzionanti, ma non completamente performanti.
Una produzione più efficiente e monitorata
Quello che manca in questi macchinari è la capacità di estrarre i dati di produzione e poterli elaborare e sfruttare per il monitoraggio dei parametri di funzionamento dell’impianto.
Per poter ottenere risultati evidenti e in poco tempo è fondamentale che l’azienda decida di intraprendere un processo completo di digitalizzazione, attuando tutti gli step fondamentali per approcciarsi ad un nuova mentalità.
Secondo Deloitte, per garantire un progetto di digitalizzazione di successo, è necessario:
- Sviluppare una roadmap per una transizione a 4.0: chiarire il ritorno dell’investimento attraverso la progettazione di un percorso chiaro di conversione;
- Partire da ciò che già si possiede e un passo alla volta: un processo di transizione 4.0 deve prevedere inizialmente un investimento ridotto, in modo tale da permettere facilmente di modificare l’iter di processo o la tecnologia stessa su cui andiamo ad investire;
- Prediligere tecnologie aperte, standard e ben documentate: in questo modo sarà possibile acquistare i macchinari e le tecnologie che meglio si adattano alle reali esigenze produttive dell’azienda, aggirando possibili limiti di mancanza di apertura e accessibilità di protocolli spesso utilizzati in ambito industriale;
- Prestare attenzione alla sicurezza sul dato: utilizzare standard di cybersicurezza adeguati che garantiscano dati protetti e non accessibili da attacchi esterni.
Le tecnologie IoT, dunque, si mostrano indispensabili per dotare i macchinari industriali di ulteriori funzionalità, come la raccolta dei dati di produzione, l’elaborazione dei dati stessi e la produzione di KPI necessari a migliorare l’efficienza dell’intero processo produttivo.
La tecnologia Zerynth, in particolare, è in grado di abilitare il retrofit su macchinari industriali, soluzione che permette di aggiungere nuove funzionalità in modo poco invasivo e dotare i macchinari di funzionalità tipiche dell’industria 4.0 sia in scenari brownfield (macchinari non troppo vecchi di circa 20-30 anni) che greenfield (macchinari già dotati di indirizzi IP e scheda rete).
Attraverso l’integrazione tra piattaforma hardware e cloud, è possibile produrre il “gemello digitale” di qualsiasi macchinario industriale recente o datato e gestire i dati provenienti dai macchinari in maniera semplice e intuitiva abilitando storage e dashboard.
Se vi interessa approfondire questa tematica e il funzionamento della piattaforma Zerynth, potete leggere maggiori approfondimenti sul retrofitting sul white paper “Retrofit di macchine industriali – L’evoluzione sostenibile dell’Industria 4.0.”
L’ambiente come prima risorsa
Il reparto industriale è tra i più sviluppati dell’intera economia europea e, per questo motivo, risulta essere uno dei principali responsabili di oltre la metà delle emissioni totali di alcuni dei principali inquinanti e dei gas a effetto serra, nonché di altri importanti impatti ambientali, tra cui il rilascio atmosferico di inquinanti nell’acqua e nel suolo, la produzione di rifiuti e il consumo energetico.
Franco Amelio, Sustainability Leader di Deloitte Italia, nel presentare il “CxO Sustainability Report 2022:, basato su oltre duemila interviste ai leader aziendali di 21 Paesi e dei principali settori industriali, tra settembre e ottobre 2021, dichiara che: “l’80 per cento dei componenti dei vertici aziendali italiani, in riferimento al proprio business, è già stato colpito da eventi climatici estremi di varia natura ed entità nel corso dell’ultimo anno”.
È dunque necessario che le imprese adottino azioni concrete per introdurre soluzioni durature e che considerino l’ambiente, tra le best practices:
- Adottare materiali sostenibili
- Acquistare energie rinnovabili
- Utilizzare prodotti o servizi climate-friendly
- Adottare strategie di sostenibilità
A questi punti, aggiungerei l’importanza di prediligere tecnologie in grado di monitorare i dati relativi all’inquinamento dell’aria (es Co2 e combustione di combustibili fossili), dei materiali di scarto prodotti dalla macchina (e che magari si riversano nell’acqua o nel suolo) e dell’energia consumata rispetto al fabbisogno effettivo dell’impianto.
Tutte tecniche che, alla lunga, sono in grado di riutilizzare – e in questo senso riciclare – ciò che già un’industria possiede, ma sfruttandolo a pieno a vantaggio anche dell’ambiente.
Gli incentivi per l’economia circolare
L’industria 4.0 predilige consenso e sensibilità anche nel campo della produzione, attraverso la regola delle “6 R: ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare, riprogettare e rifabbricare”. È fondamentale la creazione di prodotti realizzati utilizzando processi che minimizzino l’impatto ambientale e risparmino energia senza sprecare risorse naturali.
Si favorisce, in questo modo, un’economia definita come circolare. Un sistema che si sviluppa attraverso un processo di trasformazione completa che riguarda i modelli di business, le tecnologie e le competenze dell’Industria 4.0.
A sostegno delle imprese italiane e dell’economia circolare, del riciclo, dell’efficienza energetica e dell’Industria 4.0 sono stati destinati dal governo alle pmi italiane 678 milioni per tecnologie abilitanti individuate dal piano Transizione 4.0. Inoltre, sono stati stanziati altri due milioni di euro per le imprese che negli anni 2019 e 2020 hanno acquistato prodotti da riciclo o compostabili. Piccoli passi e investimenti per agevolare anche una migliore sostenibilità nell’Industria.
Per capire come funzionano gli incentivi e i benefici 2022 per le aziende che si apprestano ad intraprendere un piano di transizione 4.0 ti invitiamo ad approfondire con la lettura del nostro white paper “Piano Transizione 4.0 e PNRR – Il credito d’imposta beni strumentali 4.0“.