Tra dubbi operativi, risorse ancora disponibili e ipotesi di proroga, molte imprese stanno ancora cercando di capire cosa fare. In questo articolo facciamo chiarezza su tempi, vincoli e opportunità per chi vuole investire nella digitalizzazione e ottenere i crediti d’imposta previsti dalla Transizione 5.0.
Incentivi Industria 5.0: molte risorse, poco tempo
La Transizione 5.0 è una misura pensata per sostenere la digitalizzazione delle imprese italiane, premiando con un credito d’imposta gli investimenti che portano una concreta riduzione dei consumi energetici in relazione ai volumi produttivi. Parliamo di oltre 6 miliardi di euro di risorse stanziate, gran parte delle quali ancora disponibile.
Allo stato attuale sono stati prenotati 1.526 milioni di euro: considerando una media del 40% di credito d’imposta ottenuto, ciò significa che grazie alla 5.0 sono già stati avviati quasi 4 miliardi di euro di investimenti.
€6.3Mld
Fondi Stanziati
€1.5Mld
Fondi prenotati
€4Mld
Totale investimenti stimati
Transizione 5.0: cosa cambia con la possibile proroga
Secondo quanto emerge dalle discussioni in corso, il MIMIT, su suggerimento della Commissione Europea, avrebbe già individuato un possibile meccanismo per consentire l’utilizzo di una proroga rimanendo nei vincoli rigidi della rendicontazione dei fondi europei.
L’ipotesi prevederebbe di assegnare tutti i fondi disponibli di Transizione 5.0 ad un soggetto unico come GSE o CDP che gestirebbe le assegnazioni. Questo schema, se confermato, permetterebbe di rispettare i vincoli europei, dando alle imprese maggior tempo per completare i progetti.
Le tempistiche esatte non sono ancora definite, tutto dipende dalle interlocuzioni in corso e dai lavori parlamentari: in uno scenario favorevole i progetti potrebbero avviarsi entro metà 2026 e concludersi nel 2027, mentre in uno più restrittivo la finestra di completamento si chiuderebbe già entro la metà del 2026.
Detto questo, è importante chiarire che questa eventuale proroga non significa che convenga aspettare: le imprese che stanno già preparando una bozza di piano, una stima dei consumi e la documentazione tecnica saranno quelle che riusciranno ad usufruire maggiormente della misura. Anche perché, se l’investimento non è stato formalizzato in tempo, si rischia di restare esclusi anche nel caso di proroga.
I rischi concreti per chi aspetta troppo
Rimandare le decisioni rischia di rendere impossibile il completamento nei tempi. In uno scenario realistico, serve un periodo consistente per:
- definire con chiarezza il perimetro del progetto 5.0 e stimare i potenziali risparmi energetici che consentiranno di ottenere l’incentivo;
- selezionare i beni oggetto dell’investimento complessivo, valutare i fornitori e finalizzare le proposte economiche
- avviare il monitoraggio ex ante per la stesura della relazione energetica e la prenotazione dei crediti;
- gestire la consegna, l’installazione e il collaudo dei beni;
- avviare il monitoraggio ex post per dimostrare il risparmio energetico e ottenere la conferma dal GSE dei crediti prenotati
In media l’iter può durare da 4 a 9 mesi, anche perché ogni comunicazione ex ante e post al GSE richiede circa 30 giorni per essere confermata.
Tutto questo mentre crescono le richieste, i fornitori si saturano e i tempi tecnici si allungano: per questo è consigliabile valutare subito la fattibilità e calendarizzare ogni fase, evitando sorprese a ridosso delle scadenze.
Industria 5.0 e agevolazioni: serve un progetto serio
Uno dei dubbi più diffusi sugli incentivi industria 5.0 è “Mi basta comprare una macchina nuova per ottenere gli incentivi?”. La risposta è no. Il credito d’imposta della Transizione 5.0 spetta solo se si dimostra una riduzione documentata dei consumi energetici, in relazione ai volumi produttivi: almeno il 3% sull’intera struttura o il 5% su uno specifico processo produttivo.
Molte PMI possono affrontare questa sfida seguendo vari approcci:
- da un lato, la sostituzione di macchinari obsoleti con modelli più efficienti, beneficiando anche di norme che semplificano la valutazione per beni ammortizzati da almeno 24 mesi;
- dall’altro, l’uso di tecnologie di monitoraggio energetico per ottimizzare processi e impianti e ottenere un calo significativo dei consumi. Questa seconda opzione può permettere di ridurre in modo più incisivo la spesa energetica e di puntare al massimo credito d’imposta previsto, pari al 45% del totale investimenti.
Una piattaforma come Zerynth può essere particolarmente utile in entrambe le situazioni: consente di raccogliere dati direttamente dai macchinari, monitorando consumi e volumi produttivi, supporta la certificazione energetica con dati robusti e, soprattutto, mantiene traccia nel tempo dei risultati ottenuti.
Questo è un aspetto spesso sottovalutato: le aziende che usufruiscono delle agevolazioni industria 5.0 devono infatti dimostrare il mantenimento dei risultati per i cinque anni successivi, producendo documentazione tecnica verificabile. Un sistema affidabile e automatizzato può facilitare questa attività e ridurre significativamente i rischi di contestazione.
Agire ora è la scelta più sicura
A prescindere dagli sviluppi normativi, è il momento giusto per iniziare a lavorare sul proprio piano d’investimento. Le imprese che raccolgono da subito i dati energetici, definiscono le priorità e avviano una valutazione tecnica hanno molte più probabilità di accedere agli incentivi senza affanni.
La nostra esperienza ci ha mostrato che anche in realtà produttive con bassa digitalizzazione è possibile impostare progetti efficaci, soprattutto se si parte da esigenze pratiche e si lavora con strumenti semplici ma affidabili.